NIDO DEI SOGNI
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I BORGHI PIU' BELLI VICINO AL NIDO DEI SOGNI
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Me lo ricorderò per tutta la vita
Barberino Tavarnelle
La storica Barberino conserva intatta la sua struttura medievale, con le due porte d’accesso (la Fiorentina e la Senese) e delle torri difensive verso la valle del Drove. La nascita del borgo risale ai primi decenni del Duecento, avvenuta in seguito alla distruzione di Semifonte a opera dei Fiorentini. Fu proprio la posizione di crinale, da spartiacque tra la Valdelsa e la Val di Pesa, a spingere i fiorentini a utilizzare il borgo contro i feudatari alleati dell’Impero. Non lontano, ancora oggi, si possono ammirare le affascinanti rovine dell’antico centro.
Una volta qui vale poi certamente la pena di visitare, isolata nelle campagne ma poco distante dal centro di Barberino, la bella Basilica di Sant’Appiano spesso indicata come la più antica del Chianti è fra le più belle chiese Romaniche della zona. La Chiesa di Santa Maria a Marcialla cela invece un interessante mistero: uno degli altari laterali è sovrastato da quello che tradizionalmente è considerato un affresco giovanile di Michelangelo. In effetti qualche forma può far pensare al grande artista e, a infittire il mistero, sotto a una lastra di marmo dell’altare, si nota una sigla che riporta intrecciate le lettere MBF, per alcuni vero e proprio acronimo del giovanile del Michelangelo Buonarroti Fiorentino.
Tavarnelle, invece, un tempo luogo di sosta lungo la via Regia, si fa notare per un certo numero di chiese e pievi ricche di opere d’arte. Incontriamo, per esempio, la chiesa di Santa Lucia al Borghetto - convento francescano del Duecento che ospita un’Annunciazione di Neri di Bicci - oppure, nella frazione di Morrocco, la Chiesa quattrocentesca di Santa Maria del Carmine e la pieve romanica di San Pietro in Bossolo. Nella canonica della pieve è allestito anche un museo di arte sacra, che conserva opere provenienti dalle chiese dei piccoli nuclei abbandonati, come una serie di tavole eseguite nel 1473 da Neri di Bicci.
Ma quello che probabilmente è l’highlight della zona è l’imponente Badia a Passignano, fondata nel 1049 dai monaci dell’ordine vallombrosano. Immersa nella campagna, da fuori è molto simile a una fortezza; all’interno vanno ricordati gli affreschi del Passignano (1601) nella cappella maggiore della chiesa e soprattutto l’Ultima Cena affrescata da Domenico e Davide Ghirlandaio (1476-77), nel refettorio del monastero.
Meritano poi certamente una visita San Donato in Poggio, borgo medievale, il rinascimentale Palazzo Malaspina, la pieve romanica di San Donato e il Museo Emilio Ferrari di cultura contadina, dove è possibile ripercorrere la storia del mondo rurale chiantigiano.
Certaldo
Borgo storico tra i più suggestivi della Toscana, Certaldo conserva ancora oggi un’atmosfera magica che le ha permesso anche di ricevere il riconoscimento Bandiera Arancione del Touring Club.
Sede di insediamenti sin dall’epoca etrusca, il suo sviluppo prende il via al tempo del primo medioevo.
Il nome deriva dal latino cerrus altus o dal germanico cerrus aldo, dall'altura coperta di cerri su cui poggia il paese.
A rendere il paese irresistibile, anche il fatto di aver dato i natali a Giovanni Boccaccio (1313–1375), uno dei padri della lingua e della letteratura italiana, autore fra l'altro del Decameron.
Colle Val d'Elsa
Colle Val d’Elsa, localmente chiamata città di Colle, si erge nella sua parte più antica su un poggio a pochi chilometri da San Gimignano e Monteriggioni. Attraversata dall’antica via Francigena, è stata animata da pellegrini e viaggiatori, che si fermavano a riposare ai piedi delle sue caratteristiche case-torri. In tutto il paese, infatti, svettano queste costruzioni che un tempo erano abitate e che oggi contribuiscono a creare un profilo unico alla cittadina. Una di queste torri, poi, si distingue per essere stata la casa dell’artista Arnolfo di Cambio, scultore e architetto, allievo del celebre Nicola Pisano. Colle Val d’Elsa è da secoli la capitale del cristallo, tanto da essere soprannominata la Boemia d’Italia. Calici, piatti e bicchieri sono plasmati attraverso un mix di maestria e tecnica osservabile ancora oggi e che permette alla città di essere la produttrice di quasi la totalità di questo speciale vetro in Italia. Per conoscerne i trucchi e contemplare l’arte della soffiatura si può scegliere di addentrarsi nel Museo del Cristallo (momentaneamente in ristrutturazione) o cogliere l’occasione di assistere a dimostrazioni che si tengono nelle botteghe artigiane o in alcuni eventi del centro storico.
La parte più antica di Colle, detta Colle Alta, è anche quella che offre al visitatore atmosfere cariche di storia e incredibili scorci. Passeggiando tra le vie medievali si incontrano, per esempio, preziose collezioni come quella del Museo Civico e di Arte Sacra, nel Palazzo dei Priori, o quella del Museo Ranuccio Bianchi Bandinelli, dove a parlare è l’archeologia. Ma si può ammirare anche il Duomo e l’ex Conservatorio di San Pietro progettato da Giorgio Vasari, nipote del suo omonimo. Per chi vorrà allungare lo sguardo, sarà sufficiente raggiungere il Baluardo, una fortificazione da cui si gode un panorama su tutta la vallata.
Su una collinetta di fronte al castello sorgono la chiesa e il convento di San Francesco, costruite nel XIII secolo nel luogo dove si radunavano i primi seguaci del santo di Assisi per le preghiere comuni.
Gambassi Terme
Il territorio di Gambassi Terme è da sempre terra di transito e passaggio. Lo è per certo sin dal tempo degli Etruschi, trovandosi sulla direttrice che conduce a Volterra. È rimasta tale anche durante il periodo romano, come punto di snodo della via Clodia che collegava le città di Siena e Lucca.
Nell’Alto Medioevo diventa nuovamente meta di passaggio per i pellegrini che percorrevano la Via Francigena, come fece l’arcivescovo Sigerico di Canterbury, che nel suo itinerario segnando le tappe del percorso verso Roma, annota nel suo diario la Pieve di Chianni, poco distante dal centro di Gambassi. Se arrivate passeggiando lungo la Via Francigena vale sicuramente la pena una fermarsi proprio qui, alla Chiesa di Santa Maria Assunta a Chianni, un esempio affascinante e notevole di architettura romanica.
Abitata almeno fin dal Neolitico dunque, la zona di Gambassi raggiunge il periodo di maggior influenza dall’epoca etrusco-arcaica a quella tardo-romana nel III sec. d.C. ed importanti resti sono stati rinvenuti nell’Area Archeologica di Poggio all’Aglione e in molti altri siti su tutto il territorio di Gambassi.
I reperti archeologici di quel periodo possono essere ammirati nel Palazzo Civico e nella sede del Gruppo Archeologico.
Alcuni secoli più tardi, dal Medioevo all’epoca moderna, la zona di Gambassi divenne nota per l’attività dei vetrai, che qui esercitavano il loro mestiere. Oggi è possibile visitare anche la Mostra permanente del Vetro che espone circa 3000 reperti archeologici, sia locali sia italiani, risalenti al periodo tra il XIII e il XVI secolo e raccoglie studi e ricerche storiche e archeologiche sulla produzione del vetro in Valdelsa.
Gambassi deve il suo nome, dal 1977 alle Terme che in questa zona sgorgano sin dall’antichità. Tutt’oggi godibili, gli stabilimenti termali sono immersi nel verde del Parco Benestare. L’idea alla base della collocazione era quella di favorire un’esperienza di relax facilmente accessibile e particolarmente qualificata sul piano medico-scientifico, in un contesto ideale per condizioni ambientali e storico-artistiche.
Montaione
Il borgo di Montaione prese nome da Allone di Lucca, e già in epoca medievale era citato come Mons Allonis. Sin dal Duecento Montaione era nota per l’arte della lavorazione del vetro, da qui diffusa in tutta la Valdelsa. Nel 1257 la cittadina fu coinvolta nelle guerre fra San Gimignano, Volterra e San Miniato, ma gravitava prevalentemente nell’orbita di Firenze. Oggi Montaione è una cittadina tranquilla, dal caratteristico centro storico ben conservato, raccolto in un impianto urbanistico attraversato da tre strade parallele, che si incontrano dove un tempo si aprivano le porte del paese. Purtroppo ben poco rimane dell’antica cinta muraria, distrutta per la maggior parte - insieme alle porte e alle torri - dalle mine tedesche nel 1944. Notevole è il Palazzo Pretorio risalente al XIV secolo sulla cui facciata spiccano numerosi stemmi: oggi è sede della Biblioteca Comunale e del Museo di Storia Naturale.
Vale una visita anche la Chiesa di San Regolo che, eretta nel Duecento e ricostruita nel 1635, conserva una pregevole Madonna con Bambino attribuita alla scuola di Cimabue. Montaione poi è una meta ideale per gli amanti degli agriturismi e della campagna, non a caso la sua principale risorsa è ormai il turismo “verde”, cresciuto grazie al recupero dei casolari di campagna e di piccoli borghi abbandonati negli anni Sessanta, oggi trasformati in strutture ricettive di grande fascino.
San Gimignano
Con la sua selva di torri che si stagliano all’orizzonte, San Gimignano è una delle mete più iconiche e riconoscibili di tutta la Toscana. Da ogni parte del mondo c’è qualcuno che sogna di raggiungere questo antichissimo borgo della Val d'Elsa per provare l’esperienza di immergersi in una perfetta cartolina medievale. Eletta Patrimonio dell’Unesco dal 1990, San Gimignano, è nota anche come la "Manhattan del Medioevo" e deve la sua fama proprio all’incredibile quantità di torri che svettavano sui tetti del paese. Nel periodo di massimo splendore, San Gimignano contava fino a 72 torri: la più antica tra queste è la Torre Rognosa, detta anche Torre dell’Orologio, che fu costruita all’inizio del Duecento. In epoca medievale infatti, le torri di proprietà delle famiglie benestanti della città venivano costruite per simboleggiare il potere e la ricchezza economica della propria casata.
Col passare del tempo nel XVI secolo, a causa dello spopolamento delle città e della crisi economica, ne restavano poco meno della metà: molte torri crollarono e molte furono invece scapitozzate (ovvero private della parte superiore), come ad esempio le Torri gemelle della famiglia Salvucci. Oggi ne restano tredici e contribuiscono a disegnare uno skyline certamente unico.
Una visita al centro storico di San Gimignano non si esaurisce con la contemplazione della sua verticalità. Imperdibile è anche il Duomo: terminato nel 1148 è considerato uno dei più prestigiosi della Toscana. Articolata in tre navate, la Cattedrale è una vera antologia di affreschi di scuola fiorentina: dal San Sebastiano di Benozzo Gozzoli, alle Storie di Santa Fina di Domenico Ghirlandaio - all'interno della Cappella di Santa Fina - fino ad arrivare alle Statue Lignee di Jacopo della Quercia.
Interessante anche il Palazzo Comunale (conosciuto anche come Palazzo Pubblico) che attualmente accoglie il Museo civico e la Pinacoteca, in cui si possono ammirare opere di artisti come Pinturicchio, Benozzo Gozzoli, Filippino Lippi, Domenico di Michelino e Pier Francesco Fiorentino. Sempre all'interno del Palazzo Comunale è possibile visitare la sala di Dante con la Maestà di Lippo Memmi e accedere alla Torre del Podestà - o Torre Grossa – che coi suoi 54 metri è la torre più alta di San Gimignano sin dall'anno della sua erezione, il 1311. Ma c’è molto altro ancora. Al Museo della Tortura e della Pena di Morte troverete una particolare collezione di strumenti risalenti al XVI, XVII e XVIII secolo.
Proseguendo nel centro storico, si incontra la Piazza della Cisterna, che deve il suo nome per la presenza di una cisterna pubblica realizzata nel periodo medievale ad uso pubblico e sormontata da un famoso ed iconico pozzo in travertino.
Obbligatoria una sosta presso il Centro di documentazione e degustazione del vino e dei prodotti locali Vernaccia di San Gimignano Wine Experience – La Rocca, con il suo banco dell’assaggio e il percorso multimediale per scoprire la storia del vino attraverso immagini, luci, suoni, voci, video, ologrammi, visori con filmati a 360 gradi.